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Corpo amico o nemico? Le strane sensazioni che nell’ipocondria riflettono il bisogno di ascolto.

Marco è preoccupato, ha paura di soffrire di una malattia. È un giovane adulto che trova gratificazione e valore dedicandosi eccessivamente allo studio e al lavoro e sacrifica quasi completamente l’attività sportiva, sentimentale e sessuale. Ha poca attitudine all’introspezione e tende a banalizzare o ignora la propria e altrui dimensione psicologica. Quando gli capita di sentire un dolore o un fastidio in un punto del corpo è fermamente convinto che ci sia qualcosa che non va. Ha fatto tutti gli esami clinici possibili e immaginabili e il dottore gli ha detto che non ha nulla e che gli esami sono apposto.

Nonostante tutte le rassicurazioni del medico Marco non è tranquillo. La paura non passa. Sono ormai più di sei mesi che vive questo disagio. A questo punto decide di affrontare la situazione consultando uno psicoterapeuta, mi chiama e risolviamo la situazione.

Che cosa gli stava succedendo?

La sua mente era costantemente in ascolto per sentire se nel corpo c’era qualcosa che non andava, ma tale percezione non era obiettiva. Infatti, già all’inizio era oppresso dalla paura di avere qualcosa di grave (un ictus, un infarto imminente o un tumore). Nella sua immaginazione le sensazioni erano interpretate come segni di malattie che mettevano in pericolo la sua vita. Egli aveva sviluppato un’ipersensibilità verso il proprio corpo. Ad esempio la sua impressionabilità e la paura si manifestavano anche quando sentiva parlare di qualcuno che aveva una “brutta” malattia.

In genere attraverso questo forma ipocondriaca – l’iper-attenzione per il corpo – le persone manifestano qualcosa di fondamentale e di inconsapevole, cioè esprimono in modo simbolico l’urgente necessità di occuparsi di se stesse. In loro c’è il bisogno di osservarsi per risolvere eventuali conflitti, elaborare traumi, per fare scelte più autentiche e adatte alle proprie caratteristiche o per ricostruire un immagine di sé stabile e adulta.

Simbolicamente l’ipocondria esprime il bisogno di tornare ad “abitarsi”. Il rapporto con il corpo rappresenta la relazione con il proprio inconscio che la persona ha imparato a temere; ignora i suoi contenuti che però, ora, premono per diventare consapevoli. Tali contenuti sono energie vitali, tappe psicologiche da superare, situazioni interiori da affrontare per giungere a una trasformazione di se stesso verso un livello più evoluto.

E Marco?

Dopo il ’breve’ percorso fatto insieme, ha eliminato queste paure. Costruendo un diverso rapporto con se stesso e “lavorando” su una nuova immagine di sé oggi è diventato più consapevole di ciò che per lui è importante (i suoi valori), riconosce meglio le proprie emozioni e valorizza le proprie fantasie e il proprio mondo interiore. Nella sua vita, ora, sceglie e agisce con maggiore coscienza. La paura ha lasciato spazio al coraggio di vivere con pienezza e sicurezza la propria esistenza e tutta l’energia spesa a tenere a bada le sue paure delle matalli è ora disponibile per realizzare i suoi nuovi progetti di vita.

Quattro consigli pratici per vincere la paura delle malattie:

1

Da' importanza all’obiettività:

molte volte i tuoi timori riguardo ai sintomi percepiti sono stati d’animo infondati ed inutili, vero? È importante ricordarlo. Stai cercando di curare la psiche con delle diagnosi invece che il corpo con dei farmaci. Questo ti fa comprendere la natura del problema.
2

Fatti rispettare e non banalizzare da chi sostiene che hai le paturnie;

il tuo vissuto è serio che merita la giusta considerazione. Devi esserne convinto per prendere in mano davvero la situazione.
3

Evita troppe informazioni in rete:

smetti di andare su Internet a guardare quante cose può significare un certo sintomo, altrimenti rischi di spaventarti continuamente senza motivo. E come leggere il bugiardino dei farmaci..
4

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