Le coppie s-coppiano … quando parlano senza comunicare.
La scena
“-“Non possiamo più andare avanti così. Te l’ho già detto mille volte! Tu non fai nulla di ciò che voglio”.”
“-“Eh? Ancora??? Ma cosa ti passa per la mente. Ma che film ti stai facendo? ...Tu non mi hai mai fatto vedere quello che volevi veramente”.”
“-“Eh! Si ... Certo! È sempre così. Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire. Tuuuuu senti solo quello che va bene a te! ....e io sono stufa di tutte le promesse che poi non mantieni! Basta!””
“- “Stufa di coooosa?? Mostrami dai! Mooostrami dov’è che ti avrei illuso? ... Cazzo! Che mi sono fatto in quattro per venirti incontro ... a te e ai tuoi fiiiigli””
“-“Smettila di gridare!Abbassa quella vooooce. Guarda! Basta! Non voglio più discutere con te!!! È finita!"”
COSA STA ACCADENDO?
Certo, stanno litigando ma soprattutto è importante notare che in questi scambi verbali, in realtà, non c’è una vera e propria comunicazione e se questo breve estratto di un ipotetico dialogo rispecchia il modus operandi della coppia, allora c’è qualcosa da riconsiderare.
In questo “dialogo” apparente (inventato ma abbastanza vicino all’esperienza delle coppie in crisi) i due protagonisti non si comprendono. È come se parlassero due lingue diverse senza rendersene conto. Fanno un enorme fatica a mettere in comune le loro idee e i loro vissuti sul terzo protagonista di questa appassionata storia cioè sulla relazione stessa. E come se, pur avendo deciso di guardare un film insieme, ognuno di loro si fosse sintonizzato su due differenti canali TV i quali presentano la stessa trama in modo diverso: diverse musiche, diversi colori, eccetera. Il tutto è condito da tensioni emotive, accuse reciproche e responsabilità interamente delegate all’altro.
Nell’era della comunicazione e dell’interconnessione globale (Ops!) i due non stanno comunicando!
Qui considero solo un livello dell’interazione e della sua funzione. Il livello, per cosi dire, “di superficie”, ciò che un ipotetico osservatore vedrebbe dal difuori. Nelle relazioni esistono livelli ‘più profondi’ di interazione, che necessitano di occhi allenati per essere visti (un’idea trovala in questo articolo).
COSA FARE?
Ognuno lo sa ‘per istinto’ cosa fare e lo fa. Per prima cosa si allontana per cercare di ritrovare uno stato d’animo sereno, l’unico che permette la riflessione, la chiarezza e la possibilità di imparare a porsi in modo diverso rispetto a se stessi e all’altro, cioè cambiare.
Seconda cosa. Poiché nel ‘gioco’ delle coppie, le parti della propria identità sono spesso confuse (fuse insieme) con parti dell’identità dell’altro, può manifestarsi il bisogno di fare chiarezza prima di tutto con se stessi: Cosa voglio? Cos’è importante per me? Cosa provo? In un certo senso definire i propri limiti nel senso di contorni della propria identità. Di chi è questa cosa? Tua? Mia? Nostra?
Capita a volte che l’incomunicabilità emergente nell’interazione di una coppia in crisi sia legata anche ad una difficoltà di ascolto e di accettazione di quell’altra parte di sé presente in ognuno. È come se in ogni membro esistesse anche una sorta di coppia interna, una sorta di matrimonio interiore … in crisi.
A questo punto la crisi nella coppia diventa, a mio avviso, l’opportunità per entrambi di riconsiderare liberamente le proprie convinzioni personali sulla funzione e sul significato stesso dello stare in coppia. Ed è ora che possono aprirsi nuove possibilità di scelta consapevole e condivisa.
Come affermava Aldo Carotenuto (autore che ha scritto molte pagine su questi temi) val la pena di ricordare che … puoi avvicinarti all’altro quando sai vivere la distanza e la ‘solitudine’. Quella particolare esperienza di solitudine che ti permette di ritrovarti, comprenderti e rinnovarti. E mentre ‘ti rinnovi’… è inevitabile che la relazione si ‘rinnovi’ fuori e dentro di te.
In questo “dialogo” apparente (inventato ma abbastanza vicino all’esperienza delle coppie in crisi) i due protagonisti non si comprendono. È come se parlassero due lingue diverse senza rendersene conto. Fanno un enorme fatica a mettere in comune le loro idee e i loro vissuti sul terzo protagonista di questa appassionata storia cioè sulla relazione stessa. E come se, pur avendo deciso di guardare un film insieme, ognuno di loro si fosse sintonizzato su due differenti canali TV i quali presentano la stessa trama in modo diverso: diverse musiche, diversi colori, eccetera. Il tutto è condito da tensioni emotive, accuse reciproche e responsabilità interamente delegate all’altro.
Nell’era della comunicazione e dell’interconnessione globale (Ops!) i due non stanno comunicando!